Il miglioramento delle tecnologie degli impianti termodinamici costituisce strumento sicuro e sostenibile per il successo della transizione energetica. Un mercato che offre diverse tecnologie per quanto riguarda il tipo e la forma del ricevitore, la natura del fluido termoreattore o dei sistemi di accumulo. Ma, come sempre purtroppo avviene soprattutto in Italia nel campo della ricerca, mancano ancora soluzioni economiche adeguate che permettano una distribuzione su larga scala del CSP.
La tecnologia di partenza è quella del solare a concentrazione del tipo “a torre”. Ovvero un campo di specchi piani e mobili (eliostati) che concentrano i raggi del sole su un singolo ricevitore posto sulla sommità di una torre. All’interno di quest’ultima circola un fluido termovettore che ha il compito di portare quell’energia termica fino all’impianto di stoccaggio.
E’ opinione condivisa dai Gruppi interessati che i sistemi CSP ad aria atmosferica (come fluido temovettore) rappresentino la migliore opzione a breve termine per la generazione di energia su larga scala, purché la ricerca permetta a trovare materiali in grado di migliorare durata ed emissività del ricevitore, riducendo affaticamento e shock termico in giunti e componentistica.
Intanto sono stati realizzati due prototipi: SOLEAD#1 da 7 MW presso la Plataforma Solar De Almeria (PSA) del CIEMAT, in Spagna; SOLEAD#2 presso il Centro ENEA di Brasimone (Bologna), sull’appennino tosco-emiliano.
Il prototipo realizzato in Italia dall’ENEA è dedicato allo studio dell’accumulo termico ad alta temperatura funzionante con piombo liquido.“In questo progetto – ha spiegato il coordinatore Antonio Rinaldi – sono coinvolti oltre 20 ricercatori di tre dipartimenti ENEA, con l’obiettivo di raggiungere un orizzonte tecnologico pionieristico per il solare a concentrazione e non solo: processi, soluzioni e tecnologie implementate avranno ricadute applicative di rilievo in numerosi settori della produzione di energia, tra cui quelli che stoccano o utilizzano la CO2 e il nucleare di IV generazione”.
L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) ha ideato questo sistema grazie all’esperienza maturata nel raffreddamento dei reattori nucleari. Il prototipo da 100kW comprende, secondo il progetto, una vasca di accumulo contenente circa 32 tonnellate di piombo e due scambiatori: uno primario da interfacciare al sistema “ricevitore solare” ed un “dissipatore di calore” secondario in grado di prelevare l’energia stoccata per fornire calore di processo o potenza per la produzione di energia elettrica.