Occorreranno di conseguenza 5 Gigawatt di elettrolizzatori, una stima in linea con gli altri Paesi europei. La Germania ne ha infatti previsti 5, la Francia 7, la Spagna 4.
Dalle linee guida messe a punto dal team del viceministro MISE Buffagni sul “Piano Nazionale Idrogeno”emergono anche altre questioni fondamentali. Una riguarda le infrastrutture logistiche europee e le importazioni, con l’ambizione nel lungo periodo di trasformare appunto l’Italia in un “hub” dell’idrogeno. La strategia Ue prevede espressamente la possibilità di sviluppo del commercio internazionale, in particolare con i Paesi del Mediterraneo meridionale e orientale.
L’altro tema è quello della provenienza dei finanziamenti: meccanismi come quelli Ipcei (“Important Project of Common European Interest”) prevedono una filiera specifica sull’idrogeno. Su scala Ue gli investimenti in idrogeno rinnovabile potrebbero valere tra 180 e 470 miliardi entro il 2050.
Una partita nella quale l’Italia dovrà giocarsi le sue carte. “Grazie a queste linee guida — commenta Buffagni — l’Italia non solo accorcia le distanze rispetto agli altri Paesi europei ma si ritaglia un ruolo centrale. Possiamo sfruttare la nostra posizione geografica, il nostro solido know how progettuale e scientifico e la nostra rete infrastrutturale”.
GreenCom/EM